ACCEDI
login Ivrea
I segni dell'uomo nell'antichità

Il territorio dell’AMI si estende su un'area di circa 600 km2, con altitudini comprese tra i 200 e gli 850 m, e rappresenta uno dei più rilevanti complessi di origine glaciale delle Alpi.

Generato durante l'Era Quaternaria, nel Pleistocene, si compone di alcune unità paesaggistiche omogenee tra cui le morene, colline dalla forma allungata, generate dall'azione di trasporto e accumulo operata dal Ghiacciaio Balteo, che compongono un enorme arco (di cui il settore più celebre è la Serra di Ivrea), delimitato a nord dal Mombarone e dal Monte Gregorio, che costituiscono la porta d'accesso alla Valle d'Aosta. A questi si contrappone la pianura, costituita da depositi alluvionali antichi e innervata dalle acque della Dora Baltea, del Chiusella e di altri corsi d'acqua minori. L’azione erosiva dei ghiacciai ha poi provocato la formazione di profondi avvallamenti, originando centinaia di bacini lacustri, come i laghi Sirio, Pistono, di Campagna, San Michele e Nero, generati al termine dell’ultima pulsazione glaciale, e di Viverone e di Candia, di origine più antica.

Le popolazioni preistoriche hanno cominciato ad abitare questo territorio dal V millennio a.C., in un ambiente ricoperto da foreste di querceto misto padano, su cui l'uomo è intervenuto, nel corso della storia, per adattarlo alle proprie esigenze insediative, lasciandovi impresse le testimonianze della propria presenza.

 

Villaggio palafitticolo Viverone s

Ricostruzione ideale del villaggio palafitticolo del Lago di Viverone di F. Corni