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Eporedia: la fondazione della colonia e la centuriazione

La colonia di Eporedia fu dedotta nel 100 a.C. come atto ufficiale di presa di possesso del territorio confiscato ai Salassi in seguito alle vittorie del console Appio Claudio.

Il toponimo celtico (da epos ‘cavallo’ e redo ‘cavalcare, condurre un carro’), riferito all’abilità degli abitanti nell’addestramento dei cavalli sembra indicare, più che un precedente insediamento stabile, un conciliabulum, cioè un luogo di ritrovo ove si svolgevano gare con i carri.

Posta alla convergenza fra la via proveniente dalla pianura padana e l’itinerario obbligato verso i valichi delle Alpi Graie, che le conferisce il ruolo di avamposto militare e di centro commerciale, la città si sviluppa su una serie di terrazze digradanti verso la Dora.

Il suo territorio, compreso tra l’Orco, il Po e la Serra, era interamente centuriato, suddiviso cioè in una maglia ortogonale di quadrati di 710 metri di lato, le centuriae (materializzate da strade, canali, filari di alberi, recinzioni, ecc), orientate secondo un asse di circa 4° Nord Ovest. Le tracce della sistemazione agricola realizzata di età romana sono ancora oggi ben visibili in alcuni tratti della campagna a sud di Ivrea, soprattutto nella zona tra Strambino e Scarmagno, dove diverse strade secondarie ripercorrono ancora quelli che erano gli antichi tracciati della viabilità tra le centurie.