ACCEDI
login Ivrea

Giorno del ricordo

calendario11

10 febbraio - "Giorno del ricordo" delle vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati.

 

 

La Repubblica italiana riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
Legge 30 marzo 2004, n. 92

In occasione del Giorno del Ricordo, mercoledì 10 febbraio 2021, la Città di Ivrea, insieme con l’Unione degli Istriani, rende omaggio alle vittime delle Foibe e dell'esodo Giuliano Dalmata con una “Messa del Ricordo” che sarà celebrata alle ore 11.30 nella Chiesa di Sant’Ulderico. Alla funzione si potrà partecipare nel rispetto e con le modalità previste dalle norme anti-Covid19.

L’Amministrazione comunale

 

LE FOIBE
Nel corso del settembre-ottobre del 1943 e, in misura molto più ampia, durante la primavera del 1945, le foibe rappresentarono il simbolo di una tragedia spaventosa che colpì la popolazione giuliano-dalmata, quando alcune migliaia di persone (circa 6-7mila) vennero uccise dai partigiani di Tito ed i loro corpi furono gettati in parte in queste voragini, in parte nelle fosse comuni o in fondo all'Adriatico, oppure non tornarono dai vari luoghi di prigionia.
Elemento comune di questo dramma fu la quasi totale mancanza di notizie delle persone deportate che sparirono senza lasciare traccia, per cui nel tempo si è consolidato l'uso del termine «foiba» nel suo significato soprattutto simbolico, come paradigma di una vicenda molto più ampia, a prescindere dal luogo esatto e dalle specifiche modalità che interessarono le singole uccisioni.
Il termine «foiba» divenne nel tempo rappresentativo della fine di tutte le migliaia di persone scomparse senza dare più notizia di sé, uccise a seguito di due distinte ondate di violenza scatenate da elementi del Movimento Popolare di Liberazione jugoslavo. Molti vennero fucilati o comunque eliminati durante la loro deportazione, altri cessarono di vivere per malattia, per stenti o per le esecuzioni sommarie di cui furono vittime nei lunghi periodi di detenzione nelle carceri o nei campi di concentramento nelle varie regioni della Jugoslavia.
Non indifferente è in particolare il numero di coloro, che dopo il loro arresto, furono uccisi anche parecchi mesi dopo la fine della guerra dagli organi di polizia jugoslavi.
La foiba di Basovizza è il memoriale per tutte le vittime degli eccidi del 1943-45, figura e simbolo di tutti i drammi che hanno segnato le vicende del confine orientale al finire del secondo conflitto mondiale.
 

L'ESODO
Con il Trattato di pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947, l'Italia, nazione sconfitta, dovette accettare tutte le pesanti condizioni stabilite dalle Potenze vincitrici. In particolare fu sancito il passaggio dell'Istria e della Dalmazia alla Jugoslavia di Tito e la creazione del Territorio Libero di Trieste (T.L.T.); il cambio di sovranità fu traumatico, scatenando l'esodo del 90% della popolazione italiana (in tutto gli esuli furono più di 300.000) che abbandonò la casa e gli averi e cercò rifugio in Italia o emigrò oltre oceano.