Citta' di Ivrea - Comunicato Stampa

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Comunicato Stampa del 21 aprile 2020

25 APRILE 2020 – FESTA DELLA LIBERAZIONE

Messaggio del Presidente del Consiglio

 

Le ricorrenze sono importanti. Servono a rinnovare nel tempo non tanto la memoria, quanto la presenza.
C’è una differenza sottile ma sostanziale tra rammentare e ricordare, che si radica nella stessa natura etimologica dei termini. Rammentare significa portare alla mente. Ricordare è riportare al cuore.

Si possono rammentare le date, ma i valori, quelli no, quelli vanno ricordati e portati dentro ad ognuno di noi, perché sono come battiti di un cuore comune che permette alle istituzioni, alle comunità, alla società civile di vivere e preservare quelle condizioni di democrazia e libertà che sono necessarie alla sopravvivenza stessa delle persone.

In periodi di emergenza, come quello che stiamo vivendo, ci ritroviamo immobilizzati, costretti a limitare spostamenti e azioni. Ma il nostro cuore non smette di battere, l’organismo intero funziona, irrorato al centro e nelle sue periferie da quell’energia che ha permesso alla nostra nazione, alle donne e agli uomini che la compongono, di rialzarsi sempre, rinnovati e determinati a ricostruire ancora.

Tra i valori che vanno conservati nel cuore e tenuti vivi ogni giorno, c’è quello della resistenza.

La Resistenza al fascismo è stata il seme da cui sono sorte le conquiste sociali e civili dell’Italia, il grande movimento di solidarietà, di mutualità, di auto organizzazione, di emancipazione, variamente ispirato dalle culture cattolica, socialista, laica e repubblicana; un movimento che portò il popolo ad un protagonismo nuovo e ad una nuova presa di coscienza e che generò via via le grandi forze politiche popolari.

Molte furono le forme di resistenza al regime fascista: chi andò sui monti, chi fu internato nei campi di lavoro per militari, chi resistette nelle fabbriche; uomini e donne; giovani, adulti, anziani.

Anche oggi siamo chiamati a resistere: alle infiltrazioni mafiose, alla corruzione, ai diritti negati e anche alle mere logiche economiche e di mercato. In questi mesi ci viene richiesto di resistere anche e un’emergenza sanitaria che ci vuole distanti, divisi e chiusi nel nostro privato.

Ma se attraverso l’attività del “ri-cordare” saremo capaci di portate ancora una volta al centro del nostro cuore la forza e la determinazione di chi 75 anni fa ha sacrificato ben più di qualche mese e qualche comodità per difendere la nostra libertà e democrazia di oggi, allora forse ci apparirà più lieve anche questa resistenza.

Oggi come allora un grande sacrificio umano ci è stato richiesto. La nostra resistenza è una forma di rispetto.

Ci ritroveremo ancora nelle piazze, cresciuti e consapevoli dell’importanza di celebrare ricorrenze che permettono di unire le persone in ogni condizione.

IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Diego BORLA




 
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